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N°1

12 settembre – 4 ottobre 2009
Brescia, San Zenone all’Arco Concesio, Antica Chiesa Parrocchiale di Sant’Andrea

La proposta espositiva che caratterizza artisticamente la decima Settimana Montiniana vede due artisti bresciani, Rinaldo Turati e Luciano Pea, confrontarsi ed integrarsi sul tema della luce nello spazio sacro. Per il terzo anno consecutivo la mostra coinvolge due sedi: l’antica chiesa di Sant’Andrea a Concesio e San Zenone all’Arco a Brescia.
Sulle diverse fisionomie dei due luoghi, dettate dalle vicende storiche e del culto, gli artisti hanno lavorato, in autonomia e nel contempo in completa sintonia di pensiero, ad un progetto unitario, volto a valorizzare i volumi architettonici reinterpretando la luminosità interna nelle sue valenze fisiche e simboliche, in un complesso quanto affascinante percorso di nuova spiritualità cristiana.
In Sant’Andrea con Incipit, serie di dieci steli bifronti dipinte, Luciano Pea affronta lo spazio della navata, luogo della comunità in preghiera. In esse l’artista prosegue, riempiendola di nuova linfa, la personale ricerca poetica e pittorica concretizzata nel ciclo ispirato ai menhir, arcaici monoliti con cui l’umanità ha espresso il bisogno di segnare fisicamente i luoghi dell’incontro con Dio. L’atmosfera rarefatta, frammentata nelle steli dislocate secondo un preciso equilibrio compositivo, accende la bassa luce della navata portando lo sguardo verso il presbiterio, il luogo sacro della celebrazione.
Qui interviene Rinaldo Turati, che va a sovrapporsi direttamente sulla pala d’altare e sulle due laterali. Il piccolo presbiterio si apre ad accogliere l’Hortus conclusus, il giardino sigillato del Cantico dei Cantici, in un trittico che si sviluppa attorno all’altare in modo unitario, mediante un’ampia tessitura di segni intricati che le percorre orizzontalmente senza soluzione di continuità, sostenuta da compatti fondi argento e oro che, nell’evocazione di antiche icone, isolano la figurazione in un’aura sacrale. 
Se a Sant’Andrea le steli inducono la riflessione sulle interazioni di luminosità tra lo spazio esterno e quello interno, tra mondo materiale e mondo dello spirito in una dimensione orizzontale, a san Zenone Luciano Pea propone un percorso ascensionale, ponendo sul pavimento in pietra una serie di tondi rialzati da brevi basamenti cilindrici. Oriens, significativo titolo dell’istallazione, è una poetica riflessione sullo scaturire della vita attraverso la luce, il sole, lo spirito. 
Nel presbiterio Rinaldo Turati porta il suo Corporis Mysterium, sacra rappresentazione del Crocifisso tra i due ladroni che nel colore plumbeo si stagliano in un precipitare di pennellate taglienti e convergenti verso terra, mentre l’oro steso in foglia fa splendere il Cristo in croce al centro come fonte di luce, in un gioco di segni che proietta il corpo martoriato verso l’alto in un preannuncio di Risurrezione.
Il messaggio delle due istallazioni, Oriens e Corporis Mysterium, trova il fulcro spaziale ed il contenuto spirituale nella coppa dorata, posta su un alto parallelepipedo luminoso che la eleva al centro del presbiterio: simbolica ara che offre e riceve la luce, che al cielo aspira e da esso la attende.

Carmela Perucchetti

 

artisti:
Luciano Pea, Rinaldo Turati