N°19
Il settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri riconsegna alla attenzione collettiva quello che è universalmente riconosciuto un capolavoro che ha dato luogo già dalla seconda metà del Trecento ad una continuativa profusione di corredi illustrativi su manoscritti, incunaboli, edizioni a stampa con incisioni, fino alle più recenti tecniche fotolitografiche.
Affrontare oggi una storia così importante comporta una sfida che contiene in sé la necessità di fare memoria, ovvero di non considerare il passato come patrimonio chiuso, ma forza necessaria e vitale al proseguimento del vivere umano.
Nicola Zaccaria si pone, con il suo ciclo L’amor che move, su questo preciso crinale, avvalendosi dell’ampia competenza nel campo della fotografia artistica che da tempo l’ha portato a intervenire sullo scatto fino a giungere all’unicum di un esito finale.
Da qui l’idea di intervenire graficamente su riproduzioni di immagini, portando così il proprio gesto contemporaneo su illustrazioni di autori diversi, scelte con cura tra le più confacenti al percorso artistico come ben documentato da Paola Mutti nello scritto presente in catalogo.
La scelta, dettata dalla necessità di privilegiare principalmente opere in assenza di colore e di una accentuata qualità grafica, è caduta su artisti operanti e presenti in pubblicazioni dell’Ottocento e Novecento, con l’unica eccezione della seconda scatola e carta del Paradiso lavorata sulla Beatrice di Sandro Botticelli, ripresa dall’edizione parigina del 1996 ma facente parte dei disegni per la Commedia realizzati dal maestro fiorentino tra il 1480 e il 1485.
artista:
Nicola Zaccaria