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La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. Così scriveva Papa Giovanni Paolo II all’inizio della sua tredicesima Enciclica Fides et Ratio, pubblicata nel settembre 1998.

Fede e ragione fu anche il tema dalla straordinaria conversazione avvenuta nel 2004 presso l’Accademia Cattolica di Monaco di Baviera tra Jürgen Habermas, uno dei più rinomati filosofi tedeschi, e l’allora Prefetto della Congregazione della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger. Quest’ultimo si è sempre preoccupato di sottolineare come fede e ragione non siano nemici, bensì fratelli diversi, il cui obiettivo comune è quello di giungere alla verità: la Fede per conoscere (“credo ut intelligam”), La Conoscenza per credere (“ut credam Intellego”).

Ciò che è accaduto fra Ratzinger e Habermas, incontro memorabile e di altissimo livello intellettuale, si trasferisce e si ricompone nelle imponenti figure e nella biblioteca di terracotta dello scultore trentino Bruno Lucchi: lo ritroviamo tanto nelle figure che fanno parte della ‘tavola rotonda’ – il papa, i monaci, il filosofo, il poeta e lo scienziato che indaga la natura – quanto in quelle che rimangono fuori dal cerchio, attenti osservatori in ascolto. E i guardiani della Fede hanno il compito di proteggere il Dialogo tra Fede e Ragione.

L’esposizione di Lucchi allestita nel Museo Diocesano ci invita quindi ad intraprendere insieme un dialogo sulla Fede, ponendoci sempre nuove domande e nuovi dubbi, ma sempre riconoscendo umilmente il Credo. Sì, Signore, io credo.

Klaus Metzl

 

Bruno Lucchi
Glaube im Dialog
Dialogo con la Fede
Passau : Domschatz-und Diözesanmuseum, 2014